sabato 25 ottobre 2008

ALLARME RECESSIONE

di Immanuel Wallerstein


La depressione è cominciata. I giornalisti chiedono ancora timidamente agli esperti di economia se non stiamo semplicemente entrando in un periodo di recessione. Non pensateci neanche. Siamo già all'inizio di una vera e propria depressione mondiale che produrrà disoccupazione quasi ovunque. Naturalmente tutti si stanno chiedendo cosa ha scatenato questa depressione. Sono stati i derivati che Warren Buffet ha definito "armi finanziarie di distruzione di massa"? Sono stati i mutui subprime? O le speculazioni sul petrolio? E' solo una caccia al capro espiatorio e non serve a nulla. Se vogliamo capire quello che sta succedendo, dobbiamo considerare altri due segmenti temporali molto più significativi. Uno è quelle delle fluttuazioni cicliche a medio termine. E l'altro è quello delle tendenze strutturali a lungo termine.
L'economia capitalista mondiale conosce, da decenni, due tipi di fluttuazioni cicliche. Uno è quello dei cosiddetti cicli di Kondratieff, che storicamente hanno sempre avuto una durata di 50-60 anni. L'altro è quello dei cicli egemoni, che durano molto più a lungo. In termini di cicli egemoni, gli Stati Uniti hanno cominciato ad aspirare all'egemonia a partire dal 1873, hanno raggiunto il pieno predominio nel 1945, e hanno vissuto un graduale declino a partire dagli anni settanta. Le follie di George W. Bush hanno trasformato questo lento declino in una precipitosa caduta. Ormai siamo ben lontani dall'egemonia degli Stati Uniti. Samo entrati in un mondo multipolare. Gli Stati Uniti sono ancora una grande potenza, ma nei prossimi decenni continueranno il loro declino.
I cicli di Kondratieff seguono ritmi diversi. Il mondo è uscito dall'ultima fase discendente di Kondratieff nel 1945, e poi ha vissuto la più forte fase A ascendente della storia del sistema mondiale moderno. Questo ciclo ha raggiunto il suo culmine tra il 1967 e il 1973, poi ha cominciato la fase discendente. Questa fase è durata più a lungo di tutte le precedenti, e non ne siamo ancora usciti.
Le caratteristiche della fase discendente di un ciclo di Kondratieff corrisponde a quello che è successo nel mondo dopo gli anni settanta. I profitti delle attività produttive diminuiscono, soprattutto nei settori che fino a quel momento erano stati più redditizi. Di conseguenza, i capitalisti che vogliono mantenere alti i profitti si rivolgono al settore finanziario, cioè alla speculazione. Per non diventare troppo infruttuose, le attività produttive tendono a spostarsi in altre zone del sistema, cercando di sostituire a costi operativi più bassi un minor costo del personale. E' per questo che i posti di lavoro stanno diminuendo in occidente e le fabbriche si trasferiscono in Cina, India e Brasile.

Per quanto riguarda le bolle speculative, c'è sempre stato qualcuno che si è arricchito. Ma prima o poi le bolle scoppiano. Se qualcuno si chiede perchè questa fase discendente stia durando così a lungo, il motivo è che le autorità - il tesoro degli Stati Uniti, la Federal reserve e il Fondo monetario internazionale - sono intervenute regolarmente sui mercati per sostenere l'economia mondiale: 1987 (crollo del risparmio e dei prestiti), 1997 (crisi finanziaria in Asia), 1998 (crac della Long term capital management), 2001-2002 (caso Enron). Credendo di aver imparato dalle fasi precedenti, pensavano di poter battere il sistema. Ma ci sono dei limiti. E adesso li abbiamo raggiunti. Stavolta non sarà facile evitare il peggio.
In passato, una volta che la depressione aveva fatto i suoi danni l'economia mondiale si riprendeva. Ma c'è una novità che potrebbe modificare l'andamento ciclico che il sistema capitalistico ha da cinquecento anni. Le tendenze strutturali potrebbero interferire con i cicli. Le caratteristiche fondamentali del capitalismo mondiale seguono alcune regole che possono essere su un grafico sotto forma di una curva ascendente con un punto di equilibrio. Il problema è che, come in tutti i sistemi, con il tempo la curva tende ad allontanarsi dal punto di equilibrio, ed è impossibile riportarla indietro. Perchè il nostro sistema si è allontanato dal suo punto di equilibrio? Perchè nell'arco di cinquecento anni la percentuale dei tre costi principali che incidono sulla produzione capitalistica - salari, fattori produttivi e tasse - è regolarmente aumentata rispetto al prezzo di vendita, al punto che oggi è impossibile ricavare dalla produzione quei profitti che hanno sempre consentito una forte accumulazione del capitale. Non che il capitalismo non riesca più a fare quello che sapeva fare così bene. E' proprio perchè lo ha fatto fin troppo bene che ha scardinato le basi dell'accumulazione futura.
Che succederà ora? Per il momento c'è una forte turbolenza caotica, che forse continuerà per 25-50 anni. Dal caos emergerà un nuovo ordine, che seguirà uno o l'altro dei percorsi alternativi. Possiamo dire con certezza che il sistema attuale non sopravviverà. Non sarà un sistema capitalistico, ma potrebbe essere qualcosa di molto peggio (ancora più polarizzato e gerarchico) o di molto meglio (relativamente egualitario e democratico). La scelta di questo nuovo sistema è una delle principali sfide dei nostri tempi.
Per le prospettive a breve termine, quello che sta succedendo in tutto il mondo è chiaro. Stiamo entrando in una fase protezionista (addio globalizzazione!). Andiamo verso una maggiore ingerenza dei governi nella produzione. Perfino gli Stati Uniti e la Gran Bretagna stanno nazionalizzando le banche e le industrie in crisi. Si va verso una redistribuzione populista della ricchezza da parte dei governi, che può assumere forme socialdemocratiche o forme autoritarie di estrema destra. E stiamo andando verso un grave conflitto sociale all'interno dei paesi, perchè tutti si dovranno contendere una torta più piccola. Nel complesso, non è una bella prospettiva.

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